Ciao a tutti,
eccovi il mio regalo di Natale, un capitoletto da leggere sotto l’albero per concludere la vicenda in modo che sia “quasi” autonoma, anche se ovviamente il racconto continua.
Lo posto oggi vista la neve che sta scendendo
13)Luna Memorial Hospital
Era parecchio tempo che non visitava un ospedale, l’ultima volta era stata circa quattro o cinque anni prima, quando era andato a visitare alcuni operai feriti dall’esplosione in un deposito di carburanti. Era stata una visita dettata più dalla convenienza politica che dall’effettivo attaccamento verso gli sfortunati lavoratori della corporazione. Grazie all’abile gestione politica dell’evento era riuscito ad ottenere un importante ascendente sulla classe operaia della zona e, sostenuto anche da questa, ad ottenere la poltrona che aveva mantenuto saldamente fino ad un paio di anni prima.
La sua parabola ascendente non era stata una delle più sfolgoranti, ma era stata una delle più costanti. Ogni volta che otteneva una promozione prima di tentare il passo successivo passava un paio di anni a rafforzarsi e quindi proseguiva con la scalata. Se questa avveniva troppo velocemente, il rischio di una prematura caduta aumentava notevolmente e non aveva nessuna intenzione di “bruciarsi” solo per impazienza.
Neil notò che nonostante fossero passati cinque anni non era cambiato molto, l’imponente struttura torreggiava sugli edifici nelle vicinanze, solo i più importanti palazzi corporativi e le imponenti cattedrali della Fratellanza superavano la sua grandezza. Dall’atrio principale una moltitudine di scritte di ogni colore servivano per guidare attraverso il maestoso edificio la moltitudine di persone che ogni giorno varcava la soglia del più grande ospedale di Luna City.
Una volta individuata la scritta che gli interessava iniziò ad avventurarsi nel dedalo di corridoi che si diramavano come cunicoli in un immenso formicaio. Arrivato infine al reparto di terapia intensiva dedicato ai cittadini Capitol, trovò la strada sbarrata da due corpulente guardie. Bastò semplicemente mostrare il proprio tesserino per far aprire le porte senza bisogno di una parola. Dovette proseguire per un paio di corridoi prima di giungere alla stanza che cercava.
La stanza era grande pochi metri quadrati ma nonostante questo era piena di apparecchiature di ogni forma e dimensione. Il letto occupava quasi tutto lo spazio lasciato libero dai macchinari, oltre a questi era presente solo una piccola finestra che si affacciava su un cortile interno. Valentine stava comodamente sdraiata sul letto ascoltando distrattamente i notiziari, una spessa bendatura le bloccava la spalla destra, mentre i macchinari che vigilavano sulle funzioni vitali della paziente erano staccati visto che non correva più alcun rischio.
“A quanto vedo non sei conciata troppo male, come va?”.
“Diciamo che non ho di che lamentarmi, i dottori dicono che fortunatamente non é stato leso nessun organo vitale, nessun legamento e il taglio attraverso i fasci muscolari é stato parallelo e non trasversale”.
“Sembrerebbe che tu sia stata proprio fortunata allora”.
“Se per fortunata intendi essere scambiata per uno stuzzichino e passata da parte a parte non posso darti torto”.
“La lingua invece, vedo che sta benone. Ti va di fare due passi?”
“Volentieri, sto facendo la muffa qui dentro”.
I due si incamminarono nel piccolo cortile, Neil fece scattare l’interruttore del piccolo distorsore che portava alla vita. Iniziò a sgranocchiare una mela e ne offrì una alla sorella.
“Ora poffiamo parlare, ma ftai attenta al labbiale, mangiare con la bocca piena non farà il maffimo dell’educazione, ma é utile” e riprendendo a parlare normale dopo aver deglutito il boccone continuò tranquillamente “Per quanto ne avrai?”.
“Qui dentro dovrei rimanere ancora poco, poi mi hanno consigliato un mese di assoluto riposo” e addentando anche lei la mela proseguì ”mi fpiace per quefto contrattempo, temo inoltre che il tuo regalo fia andato diftrutto”.
“Non preoccuparti, pensa a ristabilirti”. “Io foffi in te non ne farei cofì convinta”.
Allo sguardo interrogativo di Valentine, Neil rispose con un ampio sorriso.
“Mi raccomando riposati e non essere troppo impaziente. Chiamami quando ti sarai completamente ristabilita”.
E dopo averle dato un bacio su una guancia si incamminò verso l’uscita lasciandola piena di domande.