Ciao a tutti,
scusate se sono scomparso per un po’ , sto provando a sperimentare diversi tipi di racconto e tra questi vi sono i racconti brevi. Devo sicuramente fare un po’ di pratica, ma per il momento pensavo di sottoporre questo alla vostra attenzione.
Spero che i commenti siano numerosi.
Buona lettura
Nei deserti di Marte le giornate sembrano tutte uguali. Grosse nubi di sabbia vengono alzate dai venti capricciosi investendo chiunque e qualunque cosa osi sfidarle, mutando di volta in volta il paesaggio circostante. Le dune nascono, crescono e svaniscono quotidianamente, come le onde del mare. Solo le grosse formazioni rocciose sembrano indifferenti alla furia degli elementi ergendosi come stanchi guardiani e facendosi cullare dalle maree di sabbia.
Noi soldati, invece, siamo spesso costretti a subire gli umori dei venti marziani, quando anche le operazioni semplici e abituali, diventano difficili e faticose. In questi momenti mi capita spesso di pensare alla mia vita precedente, solo che allora non capivo quanto fosse bella. Un triste sorriso è tutto ciò che mi rimane in eredità, ma questo movimento involontario crepa le mie labbra riarse dalla calura, dal vento e dalla sabbia riportandomi al presente; una densa goccia di sangue mi scivola sul mento coprendosi in breve di sabbia e incrostandosi sul mio viso. Quanto pagherei per potermi trovare ancora una volta a bordo di una piscina, cullato dalle onde, invece di cuocere lentamente nel deserto.
Stancamente mi appoggio alle assi della trincea e scruto l’orizzonte, c’è chi dice che nel deserto si possono vedere cose magnifiche e terribili, e anche se non ci credo completamente, scruto avidamente l’orizzonte sperando in un prodigio. Mentre il sole lentamente percorre il suo arco nel cielo, osservo la sabbia e le nubi danzare sull’orizzonte. Il mio sguardo vaga libero prima di posarsi su una nuvola bassa e scura, che non sembra libera come le altre, ma incatenata al terreno. La vedo crescere sull’orizzonte, mentre un senso d’irrequietezza comincia a nascere dentro di me. Non sembra seguire le leggi della natura, muovendosi lentamente, ma inesorabilmente verso di noi.
Intorno a me la trincea comincia ad animarsi, secchi ordini vengono impartiti: c’è chi la scruta con aria truce, chi prega, chi invoca il nome del Cardinale e chi, come me, cerca di capire cosa stia succedendo. La nube continua ad avanzare come una grossa bestia, sembra viva, ne sono attratto, ma allo stesso tempo provo repulsione per essa.
Sembra quasi che mi attiri fuori dal mio corpo, che mi trascini verso di sé mentre il mondo circostante sfuma lentamente. Sento appena l’artiglieria pesante ruggire. Traccianti e proiettili non possono nulla contro questa maestosa bellezza.
Una mano entra nel mio campo visivo e mi scuote violentemente strappandomi dal mio torpore, vedo un viso sfigurato dal terrore che mi urla qualcosa d’incomprensibile e solo allora mi accorgo di quello che ho davanti: un’orda di creature immonde avanza verso le nostre linee. La paura m’investe come una secchiata di acqua gelida, lasciandomi senza respiro e la speranza mi abbandona. L’Oscura Legione non esiste solo nelle favole per bambini, è qualcosa di tangibile e terrificante.
L’orda avanza, come una nera marea, incurante delle perdite e delle mutilazioni subite. Mi rimane solo la disperazione come compagna. Inizio a sparare senza troppo curarmi della mira. Il primo caricatore finisce velocemente, ne inserisco un secondo e riprendo a sparare senza sosta. Il rumore familiare dei colpi e il rinculo secco del mio M-50 poco a poco mi calmano. Solo alla fine del terzo caricatore ho riacquistato il controllo.
Sono ancora vivo.
Mi rimangono solo tre caricatori e frugando tra i corpi dei compagni caduti riesco a recuperarne un paio e tre granate. L’orda ha quasi raggiunto la trincea e si prepara ad abbattersi su tutti noi, quando da quest’ultima iniziano a partire lunghe lingue di fuoco. In breve tempo le fiamme avvolgono lo spazio di fonte alle linee interrompendo lo slancio delle forze dell’Oscura Legione. Grosse nubi nere si levano in cielo oscurandolo e l’odore della carne bruciata aggredisce le nostre narici.
La speranza ricomincia ad affiorare, il fuoco di sbarramento diviene più ordinato e meno caotico, ponendo termine velocemente ed efficientemente a tutto ciò che le fiamme non riescono a purificare. La marea inizia ad apparire meno compatta, meno invincibile, dando nuova energia ai nostri soldati. Nonostante questo successo, l’orda non è sconfitta e la battaglia non è finita, ma infuria per tutto il giorno e tutta la notte prima che l’alba successiva ne sancisca la fine.
Sono sopravvissuto alla mia prima battaglia contro l’Oscura Legione, non è un privilegio concesso a chiunque. Mi guardo intorno e incomincio a metabolizzare gli eventi successi man mano che l’adrenalina scema e lascia il posto a un’euforica stanchezza.
Non servono parole, basta lo sguardo dei superstiti per dare un senso a tutto.
Spaziando dai veterani alle matricole, mi sento parte di qualcosa di più grande, di qualcosa che non ho mai sentito mio.
Fino ad ora.
Un’aquila splendente garrisce su una bandiera mezza crivellata e bruciacchiata.
Ora comprendo il vero significato della seconda opportunità che mi è stata data.
Sorrido.
Questo è il mio posto.
Ultima modifica di fizzban il 17/10/2010, 19:44, modificato 1 volta in totale.
Perché certi uomini non cercano qualcosa di logico... non ci si ragiona né ci si tratta. Certi uomini vogliono solo veder bruciare il mondo. (Alfred Pennyworth)
Appunto recepito
hai preferenze?
sono sicuro che il personaggio del prossimo ti interessera' di piu' , il racconto e' finito ma c'e' ancora qualcosa che non mi convince...
l'unico appunto che ti posso fare è: EBBASTA "STI CAPITOL!
No, ancora, ne vogliamo di più!
MITCH-MITCH-MITCH...
E lo scrivo ad illustr... pardon, ragion veduta...
Perché certi uomini non cercano qualcosa di logico... non ci si ragiona né ci si tratta. Certi uomini vogliono solo veder bruciare il mondo. (Alfred Pennyworth)
Ultima modifica di Emilius il 12/10/2010, 11:52, modificato 1 volta in totale.
La Realtà, per come la intendiamo, è una menzogna. Il mondo che vediamo intorno a noi è un’illusione che nasconde l’orribile realtà, un’illusione creata per tenere l’umanità sotto controllo e impedirne il Risveglio
Molto ben reso (soprattutto la successione degli stati d'animo di chi racconta in prima persona), bravo.
Nota da giocatore Capitol: se il reggimento del protagonista è di Fanteria Leggera o Pesante, ed ha in dotazione l'equipaggiamento standard, l'arma d'ordinanza con cui si trova a sparare dovrebbe essere un fucile d'assalto M-50 più che una pistola mitragliatrice CAR-24 (la quale comunque non è del tutto fuori luogo).
"Vago nel folto di Fronde IN DELIRIO!" (Marlene Kuntz, "In Delirio")
Grazie mille della precisazione Nesti,
infatti mi ero messo un appunto e poi mi e' passato di mente.
Provvedo immediatamente a correggere
Se ci sono altre imprecisioni fatemi sapere!
, sto provando a sperimentare diversi tipi di racconto e tra questi vi sono i racconti brevi. Devo sicuramente fare un po’ di pratica, ma per il momento pensavo di sottoporre questo alla vostra attenzione.
se il reggimento del protagonista è di Fanteria Leggera o Pesante, ed ha in dotazione l'equipaggiamento standard, l'arma d'ordinanza con cui si trova a sparare dovrebbe essere un fucile d'assalto M-50 più che una pistola mitragliatrice CAR-24 (la quale comunque non è del tutto fuori luogo). 
