
Se ho pareri positivi continuerò, altrimenti avvisatemi di non perdere tempo e che non ho talento che così smetto per il bene dell'umanita

CAPITOLO 1: UN GIORNO DI FESTA
- “Che sfortuna dover rimanere di guardia al villaggio proprio il giorno della festa, non pensi?”
- “Hai ragione, ma lo sai che il dovere viene prima di tutto. Darei anch’io qualsiasi cosa per poter festeggiare la nascita del nostro profeta, ma visti gli attacchi ripetuti di quei dannati dobbiamo rimanere in guardia!”
- “Ah ah, tanto non si faranno mai vedere, che osino solo provar...”
Non ebbe il tempo di finire la frase, che qualcosa aveva trapassò il suo collo da una parte all’altra. Uno schizzo di sangue rossastro schizzò sul volto del suo compagno, immobilizzato dalla paura. Alzò lo sguardo, ma vide solo una nuvola di polvere farsi sempre più vicina. Le schegge di legno della palizzata, colpite da una miriade di proiettili, stavano volando tutt’intorno. Il soldato ebbe solo il tempo di far uscire dalla sua bocca un suono spento, pieno di terrore, che il suo corpo venne dilaniato e calpestato da una miriade di zoccoli.
All’interno tutte quelle ignare persone ballavano al chiaro di quella Luna maledetta e tanto odiata, mentre le musiche coprivano i suoni provenienti dall’esterno. Uno stato d’eccitazione e di gioia incontenibile riempivano l’aria del villaggio mentre il profeta declamava la sua ultima profezia su un grande eroe Crescientia destinato a salvare l’umanità intera. Non ebbe neppure il tempo di finire che le sue parole, da calde e incoraggianti, divenirono urla di panico. L’incubo peggiore apparve improvvisamente davanti agli occhio degli inconsapevoli festeggianti: un gruppo di cavalieri, approfittando delle difese sguarnite, aveva fatto irruzione, seminando morte e distruzione.
Per evitare i Geminilasher luterani chiunque potesse si nascose nelle capanne o cercò riparo in ogni possibile anfratto, ma la maggior parte crollò a terra sotto i colpi mortali dei nemici. I cavalieri gridarono di gioia vedendo i loro grandi rivali soccombere, ma fare irruzione e sperare di cavarsela così facilmente era solo un sogno, soprattutto se di fronte si ha un profeta. Protetto dai corpi dei suoi compagni, sacrificati per la protezione del loro capo spirituale, il suo potere aumentò grazie a formule antiche e incomprensibili, così da rendere il suo corpo pulsante di energia. Improvvisamente, alzando le mani, una colonna di luce si irradiò nel villaggio, e lo sguardo dei soldati Brotherhound improvvisamente mutò. In preda ad un coraggio e ad una forza d’animo incredibili volsero lo sguardo al nemico e sfidandolo apertamente imbracciarono le armi e iniziarono il contrattacco.
La battaglia si fece sempre più cruenta. Il sangue imbevve il terreno, mentre uno ad uno i corpi dei combattenti crollarono a terra trafitti da spade e proiettili. L’euforia della festa di era trasformata in una battaglia macabra e violenta. Nulla di tutto ciò poteva essere definito bello e glorioso, eppure una figura nascosta nell’ombra sorrideva a tanta desolazione. I suoi occhi scarlatti come il fuoco guardavano con ammirazione a ciò che stava succedendo, quasi come se gioisse e si alimentasse della morte e dell’odio di quelle persone, aumentando ulteriormente quell’innaturale brillare del suo sguardo.
CAPITOLO 2: IL RITROVAMENTO
Molto distante da lì, su un altro pianeta, le cose non andavano molto diversamente. La natura umana è uguale in ogni angolo dell’universo, ed anche qui su Venere la regola è rispettata. Altre rovine, distruzione, desolazione. Altre vite spezzate.
- “Sergente Andrei Mirnovov, codice identificativo A5215 a base, rispondete passo.”
- “Qui base Roterhafen, qual’è la sitauzione? Passo.”
- “Siamo arrivati nel punto L25-58 come prestabilito. Nessun contatto con esseri viventi. Abbiamo trovato la cittadina in fiamme ed alcuni edifici rasi al suolo. Ci sono state esplosioni nella zona nord ed alcuni AG17 Panzerknaker sono stati lasciati per terra nelle strade, segno che gli abitanti si sono difesi, ma i corpi delle sentinelle non ci sono, e neppure dei civili. Sembrano tutti spariti nel nulla, è incomprensibile. Gli indizi raccolti ci portano a pensare ad un attacco non umano, abbiamo trovato segni di artigli su alcune muri e perfino nelle lastre d’acciaio dei serbatoi, ma è ancora solo una supposizione. Passo.”
- “La situazione è molto strana. Continuate con le indagini ed avvisateci di ogni nuovo sviluppo. Il consiglio generale si sta riunendo ora, il rapporto verrà immediatamente consegnato e discusso, appena avremo novità vi contatteremo. Passo e chiudo.”
- “Ricevuto. Passo e chiudo.”
Non è la prima volta che la squadra di Ranger si trovava in situazioni del genere, ed il sergente è un veterano temprato da mille battaglie, ma non conoscere il nemico lo lasciava nervoso. Immediatamente ordinò ai suoi uomini di muoversi in coppie per evitare rischi, ben conscio che molte volte truppe Mishima bazzicavano la zona in cerca di antichi artefatti tecnologici nella vicina Polaria. In ogni caso non era nel loro stile far sparire i corpi delle vittime, sembrava più un lavoro da Oscura Legione. Le loro cittadelle erano lontane, ma per cercare carne da macello per i loro macabri esperimenti potevano avventurarsi anche in territorio nemico senza paura. Se avesse avuto ragione il rischio poteva essere ben più grande.
“Sergente, venga presto, abbiamo trovato una botola in una sala del municipio! Qui ci sono molte tracce di sangue e di proiettili da ogni parte!”
Le squadre accorsero subito per esaminare la zona. Sotto le finestre con i vetri infranti erano presenti una miriade di bossoli di grosso calibro, usati solitamente dai fucili d’assalto Bauhaus. I mobili erano stati distrutti, e solo miracolosamente l’edificio stesso non era crollato.
Ad uno ad uno i soldati iniziarono ad entrare nell’apertura e scesero per esaminare cosa si trovasse là sotto. Il pozzo era profondo circa una cinquantina di metri ed illuminato da alcune lampade appese alle pareti, con questa scaletta che scendeva sempre di più verso l’ignoto. Arrivati alla fine si dipartiva un cunicolo molto largo, opera sicuramente di un macchinario escavatore. Presumibilmente doveva essere una via di fuga per le alte cariche della città, quindi se potevano esserci dei superstiti che spiegassero l’accaduto dovevano trovarsi proprio lì.
Facendo attenzione ad eventuali imboscate i soldati avanzarono armi in mano finché ad un certo punto trovarono una biforcazione. Entrambe le strade erano uguali, tranne che quella di destra era leggermente in discesa mentre l’altra al contrario, dopo un’ulteriore svolta a sinistra, saliva. Non avendo idea di dove andare il gruppo si divise in due parti per coprire più rapidamente il territorio, il tempo era fondamentale. Il sergente Mirnovov con nove suoi compagni scelse la strada di destra, e tenendosi in contatto radio con l’altro gruppo si avviarono.
Dopo pochi minuti, che a causa della tensione a loro sembravano ore, arrivarono davanti ad una porta di ferro incastonata nella roccia. La serratura era stata divelta, perciò con molta attenzione la superarono, ma si arrestarono immediatamente. La strada girava a destra poco dopo, ma dietro l’angolo provenivano rumori strani, quasi dei sibili che ad intermissione si interrompevano e poi riprendevano. Con gesti semplici e precisi il sergente impartì gli ordini ai suoi soldati per disporsi in formazione da battaglia. Per non farsi notare osservarono con uno specchietto cosa li stava attendendo, ma ciò che videro era molto diverso da ciò che si stavano aspettando.
Un gruppo di cinque animali simili a lucertole stavano rette sulle due zampe posteriori davanti ad un altare immobili mentre la più grande di loro, alta almeno tre metri e dalla pelle violacea, si abbassava per raccogliere qualcosa.
Approfittando della loro distrazione il sergente ordinò di far fuoco e di sterminarle, la vendetta per lo sterminio dei loro compagni corporativi doveva avere subito luogo. Il rumore dei percussori riempì la grotta con l’eco degli spari che provenivano da ogni parte mentre i proiettili colpivano alle spalle quelle strane lucertole. Inaspettatamente però, nonostante la pioggia di fuoco, gli animali rimasero illesi e girandosi emisero dei suoni che colpirono in pieno i soldati. Barcollando per il dolore lancinante che stava colpendo i loro centri nervosi i ranger crollarono per terra tenendosi la testa tra le mani. Divenuti poco più che prede erano in balia dei loro aggressori che, con gli occhi iniettati di sangue, si avventarono sugli umani. Con la forza della disperazione Mirnovov sollevò il suo Hagelsturm M516D ed investì gli assalitori con una pioggia di pallini che penetrarono nei loro punti vulnerabili uccidendoli.
Immediatamente il dolore svanì e tutti i soldati poterono rialzarsi ringraziando la prontezza di riflessi del loro comandante e la potenza della sua arma. Esaminando i corpi capirono il perchè avessero resistito ad una scarica ravvicinata dei loro Panzerknaker: una sottile ma resistente pellicola di un metallo sconosciuto, simile ad una pelle verdastra, rivestiva i corpi dei rettili difendendoli dagli attacchi nemici. Non avevano mai visto una cosa del genere, ma ringraziarono il cielo che non proteggeva tutto il corpo.
- “Sergente, il corpo del loro capo ha qualcosa di strano, possiede una tasca sull’addome. Dentro ho trovato questo! “
- “Aprila subito e consegnami il contenuto. Vediamo il motivo della loro presenza qui”
- “E’ una scatola nera signore. Ha una serratura molto complessa vede? Dovremmo portarla al comando per controllarne il contenuto, che ne pensa?”
- “Penso proprio di sì. Riuniamoci ai nostri compagni e torniamo a casa, è stata una lunga giornata...”
Ripresero il cammino e s’incamminarono per l’altro cunicolo.